prima pagina pagina precedente





Dialoghi sul futuro:
Oscar Luigi Scalfaro a Monza
di Giuseppe Poliani


Oscar Luigi Scalfaro a Monza
foto Fabrizio Radaelli

Oggi mercoledì 12 ottobre alle 18, al teatro S. Carlo, purtroppo non certo pieno, i cittadini di Monza hanno incontrato il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, per ascoltare il suo pensiero sulla speranza e sulla fiducia nel futuro, con particolare attenzione ai giovani.
L'incontro con Scalfaro, organizzato dall'Azione Cattolica di Milano, inaugura un ciclo di incontri intitolato "Dialoghi sul futuro", un'iniziativa che si pone nel solco del programma pastorale diocesano dell'anno e del cammino di preparazione al IV convegno ecclesiale nazionale, che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006, sul tema "Testimoni di Gesù Risorto, Speranza del Mondo".
 
Il dialogo si è sviluppato su alcune domande poste all'on. Scalfaro da Fabio Pizzul, presidente diocesano di AC.
 
L'autorevolezza ed il peso del suo vissuto non fanno certo fatica ad emergere, e Scalfaro inizia a raccontare a braccio perchè gli capitò di diventare "un padre costituente": l'urgenza del bene comune, quello che oggi sembra annebbiato da interessi particolari e personali, gli amici di AC, ma soprattutto la sua stessa fede lo avevano praticamente costretto a partecipare direttamente alla politica attiva per difendere i valori in cui aveva sempre creduto.
Così, a soli 27 anni, si trovò in quell'aula enorme ed austera di Montecitorio dove Matteotti aveva denunciato i brogli elettorali e per questo era stato assassinato, quell'aula dove incontrò Vittorio Emanuele Orlando e Benedetto Croce, quell'aula dove, vedendo democristiani e comunisti azzuffarsi durante i lavori costituenti, chiese un po' sconcertato se ciò fosse una cosa dignitosa per un ambiente parlamentare. 
Ricorda Scalfaro che la risposta di Alcide De Gasperi al suo sconcerto fu di comprensione verso il suo stato d'animo ma anche di compassato distacco verso i disordini in aula, ricordando che quando rappresentava la minoranza italiana al parlamento di Vienna dovette assistere persino a degli spari di arma da fuoco fra le opposte fazioni politiche !
 
Ma nonostante le profonde divergenze ideologiche del 1947, ideologie oggi in gran parte tramontate, ci fu una larga convergenza fra le tre correnti principali presenti in Parlamento: quella cattolica, quella laica e d'azione, quella marxista e socialista.
Queste tre correnti di pensiero, temprate dalla fatica, dal dolore, dalla prigionia, dall'esilio, dalla guerra si ritrovarono unite da un comune desiderio di rinascita e di affermazione dei valori fondamentali democratici e civili.
Fu un vero miracolo, considerando le distanze ideologiche dei diversi partiti che però avevano collaborato durante la Resistenza. Oscar Luigi Scalfaro da parte sua, come presidente diocesano di AC, rimase in diretto contatto con le forze del CLN.
Così, per questa incredibile focalizzazione di intenti, il 27 dicembre 1947 nacque la Costituzione della Repubblica italiana che entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Scalfaro racconta della commozione alla votazione dell'articolo 2, dove si sancisce il riconoscimento dei diritti inalienabili della persona a fronte di quelli inesistenti del fascismo che erano soltanto diritti "riflessi", essendo lo Stato titolare di tutti i diritti che benevolmente riversava, quando lo riteneva opportuno, sui cittadini.
Emblematico di questo clima di relazioni politiche di massimo rispetto reciproco è un tristissimo episodio ricordato da Scalfaro: quando De Gasperi dovette comunicare a Pietro Nenni il ritrovamento del cadavere della figlia in un campo di sterminio nazista: un'amicizia profonda prima ancora delle divisioni politiche, nel comune mare della sofferenza.
 
Ma fare la Costituzione così come è stata fatta, prosegue Scalfaro, è stato possibile perchè le diverse parti politiche avevano fatto fronte comune per proporre e difendere i diritti ed i valori fondamentali della società e della convivenza civile.
Oggi invece, ribadisce il Presidente emerito, non abbiamo un fronte cattolico forte e rappresentativo per poter difendere  la Costituzione ed i valori in essa custoditi.  Oggi, dopo le tensioni e i dissapori all'interno dell'attuale maggioranza provocate dall'ala cattolica del centrodestra, si è avuto un nuovo appiattimento di questo schieramento sulle precedenti posizioni senza sortire nulla: allineati e coperti sono ritornati tutti in riga a votare a comando una legge elettorale che toglie diritti politici al cittadino ed una nuova Costituzione che stravolgerà i diritti fondamentali della persona.
 
Oggi la situazione è quella che è, e in chiusura Scalfaro ricorda una frase di Alcide De Gasperi, il quale ammoniva che manipolare la Costituzione equivale a stravolgere tutto l'assetto dei valori fondanti della Repubblica. 
Per questo occorre che i migliori si dedichino alla politica e che essa non sia lasciata, come ricorda Fabio Pizzul, a chi non ha di meglio da fare ma che venga affidata a persone che abbiano compiuto un cammino formativo solido, come era avvenuto per i parlamentari cattolici della Costituente, i quali  provenivano in massima parte dalla Azione Cattolica.
 
Un saluto da parte del nostro carissimo sindaco Michele Faglia che ricorda a Scalfaro la storia della città attraversata fin dai suoi albori dai valori cristiani, da Teodolinda al flop del listone fascista del 1929 ed alla ormai tradizionale consegna del testo della Costituzione ai diciottenni della città, chiude la serata.
 
Sembrerebbe un dialogo solo per ricordare il passato, una lezione di storia contemporanea, ma se guardiamo bene questi eventi in realtà scopriamo che sono pieni di indicazioni, suggerimenti, avvertenze per evitare pericoli in futuro. Neanche poi tanto lontano.  A cominciare dai referendum che serviranno per rimettere le cose al loro posto.

Giuseppe Poliani


in su pagina precedente

  12 ottobre 2005